Grazie alle 23 opere lasciate in eredità dall’architetto Andrea Palladio, dal 1994 la città di Vicenza è stata inserita nella lista del Patrimonio Mondiale dell’Unesco.
Colte dalla curiosità e spinte dai consigli giunti su Instagram, sabato 4 settembre 2021 abbiamo deciso di dedicare del tempo a questa città svolgendo una giornata all’insegna delle opere palladiane.
Pronti a scoprire il nostro itinerario palladiano di 1 giorno a Vicenza? Dai partiamo!
Villa La Rotonda nota anche come Villa Almerico Capra è stata la nostra prima tappa, ci siamo dirette subito lì in quanto si trova a 5 minuti in auto dal centro storico.
Questa villa mi è rimasta impressa fin dagli anni delle superiori, quando la Prof. di Storia dell’Arte ce la ha introdotta dicendoci che il grande genio del Palladio era riuscito in un’impresa impossibile: fondere insieme due forme geometriche agli antipodi come cubo e sfera.
Il risultato è stata una struttura cubica che si sviluppa attorno alla sala centrale sovrastata dalla cupola. Esternamente le 4 facciate sono totalmente identiche fra loro, ognuna presenta una lunga scalinata e un colonnato ionico.
Ora ditemi: come si fa a non rimanere esterrefatti di fronte cotanta grazia??
Purtroppo, al momento della nostra visita la facciata rivolta verso il cancello d’entrata era in ristrutturazione, non abbiamo potuto così ammirare appieno la sua maestosità.
Tocchiamo ora il tasto dolente dell’accessibilità di Villa La Rotonda!
Vi accenno che secondo noi tutto il complesso della Villa non è accessibile: non c’è possibilità di entrare in Villa con la sedia a ruote e i percorsi del giardino presentano un cospicuo strato di ghiaia.
Con l’amaro in bocca torniamo all’auto e ci dirigiamo verso il centro storico di Vicenza.
Arrivate nei pressi del Teatro Olimpico ci accorgiamo di un parcheggio disabili libero e vi posteggiamo l’auto.
Erano circa le 12.30 perciò decidiamo di pranzare, ricaricarci e successivamente continuare la visita.
Passeggiando e sbirciando le vetrine di Corso Andrea Palladio ad un certo punto ci addentriamo in una viuzza (Contrà delle Morette) e ci imbattiamo in un ristorante, all’apparenza molto raffinato e di qualità. Leggiamo il menù, chiediamo della presenza di un bagno accessibile e decidiamo di accomodarci all’esterno del ristorante Antica Casa della Malvasia.
Ragazzi davvero vi consiglio di provare questo ristorante, il cibo è spaziale: io ho assaggiato dei paccheri con limone, ricotta, menta e noci mentre Alessia i bigoli al ragù d’anatra.
Per quanto riguarda il bagno vi confermiamo che è accessibile. Abbiamo però riscontrato 3 pecche sul ristorante:
Con la pancia piena, torniamo indietro e ci dirigiamo al Teatro Olimpico.
Lo sapete che il Teatro Olimpico è il teatro coperto in muratura più antico del mondo?
Venne progettato nel 1570 dall’ormai anziano Palladio ed è l’opera che “rappresenta” al meglio il famoso architetto e la sua città d’adozione. Sfortunatamente l’architetto non vedrà mai realizzata questa sua ultima opera, sarà il figlio Silla a curarne l’esecuzione e consegnarlo nel 1583 alla città di Vicenza.
Ispirato ai teatri romani descritti da Vitruvio, il Teatro Olimpico si presenta come una cavea gradinata cinta da colonne con statue sul fregio. Di fronte a ciò sorge un palco rettangolare da cui di partono a raggiera sette scene lignee prospettiche che raffigurano le vie di Tebe.
Ritirato il biglietto all’ufficio turistico di fronte, ci danno le indicazioni per accedere dall’entrata secondaria accessibile, altro non è che la normale uscita del teatro. Per raggiungere l’entrata principale bisognerebbe attraversare un giardinetto in ghiaia.
Raggiunta l’entrata, accediamo tramite rampa al teatro e ci troviamo immerse in uno spazio unico.
Vi garantisco che entrarci lascia senza fiato!
Noi abbiamo voluto accedervi ad uno orario specifico perché sapevamo che potevamo assistere allo spettacolo “POP. Palladio Olimpico Project” Suoni & Luci incluso nel biglietto d’ingresso. Lo spettacolo, dalla durata di circa 10 minuti, è visibile ai seguenti orari 9.30-10.30-11.30 -14.30-15.30 -16.30.
Estasiate ci incamminiamo per raggiungere il centro storico di Vicenza, la visita non ci ha occupato molto tempo. È un piccolo centro concentrato in poco spazio ma è uno di quei posticini di cui vorresti scoprire ogni singolo angolo, ogni singolo scorcio.
Quel sabato in Piazza Dei Signori si svolgeva un mercatino di piante, per lo più grasse. Io adoro le piantine grasse, a casa mia ne ho una ventina per cui non potevo non andarmene senza fare un paio di acquisti!
Dalla Piazza alla Basilica Palladiana è un attimo! Sali una rampetta ed eccoti all’interno.
Come erroneamente si può pensare leggendo il nome, la Basilica non ha nulla a che fare con la religione! Essa è l’antico Palazzo della Ragione, detto anche Basilica, secondo l’utilizzo di questo termine nell’antica Roma ossia il luogo in cui si svolgevano e si amministravano gli affari della città.
Palladio iniziò a progettare il restauro dell’antico edificio nel 1546, si il restauro poiché verso la fine del 1400 la Basilica subì un crollo. L’architetto decise di rivestire l’edificio con logge in pietra di Piovene Rocchette e realizzare due ordini di logge sovrapposte. Il risultato? Una costruzione che richiama l’antichità!
Purtroppo, Andrea Palladio non fece in tempo a vedere nemmeno quest’altra sua opera completata.
Al giorno d’oggi la Basilica Palladiana è diventata un luogo culturale: è stata adattata a museo per ospitare mostre ed eventi.
Nel momento della nostra visita si stava svolgendo la mostra Infernus. Si tratta di una mostra con cui l’artista Leonardo Frigo ha voluto rendere omaggio a Dante dipingendo a china su 34 strumenti musicali la prima cantica della Divina Commedia.
Oltre alla mostra, sita nel salone superiore, abbiamo passeggiato nel loggiato per poi salire con l’ascensore al terrazzo da cui è possibile godere la vista sulla città.
Vicenza ci è piaciuta così tanto che merita di essere vista ancora, ancora e ancora.
Sicuramente ci torneremo per scoprire nuovi angoli della città ed esplorare tutti i suoi musei.