In occasione di una nostra visita nella città di Treviso era d’obbligo visitare almeno un museo, e la scelta è ricaduta sul museo Luigi Bailo che custodisce opere e dipinti di artisti veneti tra l’Ottocento e il Novecento.
Dovete sapere che il museo, fondato dall’omonimo abate, è stata la primissima sede museale della città. La sede che lo ospita era in origine un convento e in seguito è stato ristrutturato facendo convivere elementi antichi e moderni. Situato a pochi passi dal centro storico, in una zona che fino ad allora era sconosciuta anche a noi, il museo Luigi Bailo si è rivelato essere un vero gioiellino.
Al nostro ingresso un signore dello staff ci ha gentilmente accompagnate all’ascensore, è salito con noi al piano superiore e da quel momento non ci ha più lasciate. Ci ha scortato durante tutta la nostra permanenza nel museo raccontandoci aneddoti degli artisti e delle loro opere esposte.
Aveva un bagaglio di conoscenze enorme, in poco tempo ci ha raccontato molto sul passato della città di Treviso, sulla sua importanza storica e sui personaggi che l’hanno vissuta. Sapevate che la prima rappresentazione al mondo di un soggetto con un occhiale a rivetto (occhiale senza alcun supporto che lo tiene attaccato alla testa del portatore) è stato dipinto proprio a Treviso, nella cappella di San Nicolò?
Il sig. Franco, la nostra guida inaspettata, aveva ancora molto da raccontarci ma l’orario di chiusura imminente non ci ha permesso di approfondire in maniera dettagliata tutte le 340 opere esposte.
Per questo motivo ha accelerare il passo e ci ha portato a vedere le opere più iconiche e particolari del museo Luigi Bailo.
Qui sono custodite anche le opere dello scultore trevigiano Arturo Martini, considerato un artista rivoluzionario, che ha sperimentato molteplici tecniche scultoree. Una delle suo opere più nominate è la “Fanciulla piena d’amore”, che a primo impatto a noi è sembrata tutt’altro che innamorata. Questo non è altro che il frutto dell’espressione plastica bidimensionale e delle sinuosità delle linee liberty, ossia le tecniche usate dall’artista in quel periodo per distaccarsi dalla realtà.
L’edificio del Museo Bailo è stato completamente ristrutturato ed è interamente accessibile.
Un comodo e spazioso ascensore permette la salita al primo piano. La pavimentazione non contiene ostacoli, è liscia e facilmente percorribile autonomamente anche da chi è in sedia a rotelle.
Nonostante ciò, durante la visita Alessia ha riscontrato delle criticità. I pannelli a parete, infatti, sono posizionati ad un altezza che non le ha reso facile la lettura in maniera autonoma. Inoltre, le didascalie delle varie opere, sebbene si trovino in una posizione comoda da raggiungere, hanno una dimensione del carattere un po’ piccola.
Per questi motivi il Museo Luigi Bailo si può definire totalmente accessibile ma migliorabile in termini di inlcusività.
Il bagno, per come è stato progettato e costruito e per la presenza di tutti gli ausili necessari, si può definire completamente accessibile.
Parcheggio: Lungo il borgo Camillo Benso conte di Cavour si trovano diversi parcheggi e a distanza
di due minuti a piedi dal museo ci sono due parcheggi riservati a persone con disabilità.
Biglietto intero € 6
Biglietto gratuito disabile e accompagnatore
Località: 4Borgo Camillo Benso Conte di Cavour, 24, 31100 Treviso TV
Telefono: +390422658951
E-mail: info@museicivicitreviso.it
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Interessanti tutte queste informazioni sull’accessibilità!