Se chiudete gli occhi e pensate a Verona quasi sicuramente, la vedete lì, bella nitida e maestosa l’Arena!
Ma lo sapete cosa significa Arena? Quanti anni ha? Non bastava il Colosseo? Per quale funzione è stata costruita? Ma soprattutto, con la sedia a rotelle si può entrare?
Se avete almeno una di queste domande che vi attanaglia, seguitemi: cercherò di sollevare ogni vostro dubbio!
Partiamo col chiarire che sia l’Arena di Verona sia il Colosseo sono due anfiteatri ossia degli edifici tipici dell’architettura romana con la funzionalità di ospitare teatri.
Scordatevi i teatri con attori, scenografie e cantate, all’epoca gli spettacoli erano cruenti incontri tra gladiatori, ed essendo questo un intrattenimento molto diffuso, numerose città dell’Impero Romano si dotarono di un’Arena.
Arena? Ma che vuol dire? È un termine che deriva dal latino (h)arēna ossia sabbia, si vi era sabbia nella parte centrale degli anfiteatri romani dove si svolgevano gli spettacoli.
Proprio per quanto riguarda lo spazio centrale c’è una differenza tra l’anfiteatro di Verona e quello di Roma:
Facendo un salto nel tempo ai giorni nostri, oggi la differenza sostanziale tra i due anfiteatri è la modalità di utilizzo…
Il Colosseo è un sito museale archeologico mentre l’Arena di Verona dal 1913 è diventata il più grande teatro lirico al mondo.
Concentriamoci ora nello specifico sull’Arena di Verona.
Eretta in epoca giulio-claudia nel I secolo d.C., è il terzo anfiteatro esistente più grande al mondo: le sue dimensioni sono 75,68 metri l’asse maggiore per 44,43 metri l’asse minore.
Pensate costruire ai giorni nostri un monumento di tali dimensioni…ci vorrebbero anni ed anni se non secoli e sicuramente non reggerebbe allo scorrere del tempo al pari delle bellezze antiche!
Situata in Piazza Bra, quasi a ridosso delle mura cittadine, l’Arena ha un aspetto diverso rispetto a quello originario; nel corso del tempo subì terremoti, restauri e cambi di utilizzo.
Avete presente quella piccola ala visibile solo sul lato di Via Mazzini? All’epoca era un anello a tre arcate che correva tutt’attorno.
Le gradinate che vediamo oggi non sono quelle originali, esse presentavano una numerazione incisa che andò man mano persa con restauri e sostituzioni nel corso dei secoli.
Tocchiamo ora il tasto dell’accessibilità.
Vi dico subito che l’Arena di Verona è parzialmente accessibile in sedia a rotelle…
Per quanto concerne l’esterno per raggiungere la biglietteria è possibile percorrere una rampa che permette di superare un vallo in ciottolato, vi consiglio vivamente di andare accompagnati in quando la pendenza è assai ripida.
Altro consiglio: acquistate i biglietti online. Così facendo noi ci siamo potute dirigere direttamente al cancello 4 evitando la fila chilometrica.
Mostriamo i biglietti e via, si entra.
Percorriamo la lunga e pendente discesa e decidiamo di dirigerci direttamente nello spazio esterno. Qui la visita in sedia a ruote è limitata alla platea, anche se non è possibile salire gli scalini e godere della vista dall’alto credeteci, l’emozione è lo stesso molto forte.
Terminata la visita all’Arena abbiamo passeggiato tra i suoi arcovoli. Sapete cosa sono?
Dai ve lo dico io: è il termine nato proprio a Verona già dal Medioevo per indicare gli archi dell’anfiteatro veronese coperti da volte a botte.
Come vi stavo raccontando prima di questa divulgazione etimologica, abbiamo passeggiato lungo gli arcovoli. Si la passeggiata è possibile ma è meglio essere accompagnati durante tutta la visita. Non è raro che si possa incappare in sconnessioni del pavimento (ricordiamoci che risale a 2000 anni fa) e rampe con ripida pendenza.
Per quanto riguarda i bagni, l’Arena di Verona dispone di servizi riservati alle persone con disabilità. Sinceramente non ci sono entrata per cui non posso sbilanciarmi sulla relativa accessibilità, posso semplicemente dirvi che li potete trovare sul corridoio di sinistra all’entrata.
Poter entrare in uno luogo storico così maestoso sapendo che ha ospitato dai gladiatori a famosi musicisti, mi trasmette sempre un’emozione fortissima.
Quest’ultima visita, ad agosto 2021, è stata ancor più sentita perché era la prima volta che Alessia entrava all’Arena di Verona. Scoprire che un pezzo di storia, seppur parzialmente, è accessibile mi ha trasmesso speranza e consapevolezza che ogni luogo, se vi è la volontà, può essere accogliente per tutti.