Uno degli scorsi weekend abbiamo scelto Conegliano per trascorrere un pomeriggio in compagnia di una nostra amica. Decisamente non sono bastate alcune ore per visitare tutte le bellezze di questa città.
Probabilmente conoscerete Conegliano per la produzione del rinomato Prosecco e per il suo prezioso territorio dichiarato patrimonio Unesco. Noi vogliamo raccontavi un po’ della storia della Città di Conegliano viaggiando a ritroso nel tempo.
Ecco qui ciò che abbiamo visto e i nostri consigli.
Il nostro balzo nel passato ci ha portato a conoscere per prima la curiosa storia di Angelo e Bertilla e della loro Lancia Fulvia che da 47 anni si trovava parcheggiata nello stesso luogo, precisamente in via Zamboni. I proprietari, in passato edicolanti, erano soliti parcheggiare l’auto nello stesso posto per facilitare lo scarico dei giornali e per sfruttare il bagagliaio come deposito momentaneo delle riviste invendute.
Con il passare degli anni la Lancia, considerato un vero e proprio monumento per la città, è rimasta posteggiata sempre lì. Noi siamo riuscite a vederla nel suo storico parcheggio, prima che venisse rimossa per poterla preservare. Verrà restaurata ed esposta alla scuola enologica Cerletti.
Curioso, vero? Alessia e Stefania non sono riuscite a scendere perché la zona è trafficata e in pendenza, ma si sono godute la vista comodamente dal Doblò.
Ci siamo poi spostate verso il centro storico per continuare la nostra visita. Vi vogliamo segnalare che qui troverete la tradizionale pavimentazione stradale delle città storiche costituita da pavé e in alcuni tratti i marciapiedi non sempre facilmente percorribili. Vi sono poi i caratteristici saliscendi tipici di un paesaggio collinare, ma con l’aiuto di un accompagnatore nulla è difficoltoso.
Di fatto, è stato piuttosto complicato raggiungere l’ex convento San Francesco. Il percorso accessibile ha una salita non indifferente, tanto che anche la nostra amica Stefania con la sua carrozza elettrica ha avuto la necessità di un supporto. Il misuratore di pendenza di Sara ha rilevato un’inclinazione superiore all’8%.
Una volta arrivate, abbiamo suonato il campanello e una signora ci ha accompagnate all’ascensore per salire al primo piano. Li si trova infatti il rinascimentale chiostro maggiore risalente al 1400 circa, formato da delicate arcate che circondano il perimetro, all’interno del quale vi sono il cortile ed il pozzo seicentesco. Per potervi accedere, c’è un gradino abbastanza impegnativo per essere affrontato autonomamente in sedia a ruote.
Dallo stesso piano è possibile uscire in una zona esterna e godere del panorama sulla città, per farlo però c’è un altro dislivello da affrontare e l’aiuto di un accompagnatore è necessario anche in questa occasione. Una volta all’esterno si vede sulla collina retrostante anche il Brolo dove i frati erano soliti a coltivare frutta e verdura per il loro sostentamento. Oggi il convento ospita congressi ed un centro internazionale residenziale per universitari.
Se volete fare un po’ di esercizio fisico o provare il brivido dell’avventura potete raggiungere l’ex convento dei frati francescani a piedi come abbiamo fatto noi, altrimenti è possibile arrivare con l’auto appena fuori il cancello del convento e risparmiare così energie e tempo per visitare altre attrazioni della città di Conegliano. Noi lo abbiamo scoperto solo una volta arrivate. Qualunque opzione scegliate la visita ne varrà la pena.
La nostra tappa successiva è stata la Fontana di Nettuno (detta popolarmente Fontana dei Cavalli), un storico simbolo della città. Il monumento rappresenta due imponenti ippocampi che trainano una conchiglia di notevoli dimensioni dove sta il dio Nettuno (il dio pagano del mare) impugnante un tridente. L’opera è stata inaugurata nel 1838 quando passò per Conegliano Ferdinando I d’Austria. Dalla fontana oggi sgorga l’acqua della sorgente della Sorbolera.
Pensate che è stato l’unico manufatto del luogo a rimanere intatto dai bombardamenti del 1917-1918.
La nostra intenzione era quella di visitare anche qualche altro luogo, purtroppo però non molti musei sono aperti nel fine settimana e alcuni edifici storici non sono accessibili. Con il supporto di Visit Conegliano abbiamo indirizzato al meglio la nostra scelta. Tra le varie mete, ci è stato consigliato di percorre l’itinerario pedonale di 4 km chiamato “il Filo della Storia” che attraversa il centro storico e segnalato da pannelli illustrativi nei punti più importanti della città.
Noi abbiamo percorso gran parte del tracciato, abbiamo passeggiato lungo la strada principale del centro storico, detto anche Contrada Grande, abbiamo ammirato il Duomo e il suo campanile (purtroppo non accessibili), abbiamo visto esternamente la Casa museo di Giovanni Battista Cima, noto pittore rinascimentale e siamo passate tra gli iconici edifici porticati.
Prima di avviarci verso casa ci siamo godute una fresca bibita con vista sulla città. C’è ancora molto che vogliamo visitare, certamente ci torneremo.